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Che significa “Effetto Entourage”?

Che significa “Effetto Entourage”?
25 Giugno 2021 Copy

Se la vita è solo un passaggio, in questo passaggio seminiamo almeno dei fiori.” – 
Michel de Montaigne

  È probabile vi siano grandi cambiamenti alle porte, per i pazienti a cui è prescritta la cannabis terapeutica. Naturalmente, poiché per chi ha bisogno della cannabis a scopo medicinale è importante scegliere la varietà giusta, parliamo dell’Effetto Entourage. Le compagnie farmaceutiche inoltre stanno già producendo cannabinoidi sintetici ed isolati, meglio sapere di cosa si stia parlando.

  Esistono più di 60 molecole esclusive della cannabis, noti come cannabinoidi. Questi elementi chimici della pianta di cannabis sono la materia principale su cui si sviluppano gli effetti psicoattivi e medicinali. I più noti sono solo due, THC e CBD, ed ultimamente si sta parlando di CBG (Cannabigerolo) e CBN (Cannabinolo).

Composti singoli

  Molto frequentemente, in medicina, ci si concentra per motivi dettati dai tempi più su alcuni aspetti che su altri. Infatti, era più facile all’inizio dello studio della pianta di cannabis, focalizzarsi sul principio attivo ritenuto responsabile della psicoattività della cannabis. E così, proprio il THC fu il primo elemento della cannabis ad essere meglio caratterizzato e sintetizzato, come nel dronabinol. Del tempo dopo si iniziò a comprendere anche dei benefici notevoli dovuti al CBD, c0me per il controllo delle infiammazioni croniche

 

  Il CBD divenne noto come il cannabinoide non psicoattivo dalle numerose (e ancora tutte da scoprire) proprietà medicinali. Tanto che ha cominciato, non solo in Italia, a svilupparsi una massiccia produzione di varietà ricche di CBD, e sono comparse le prescrizioni mediche basate sull’assunzione di CBD, come per la fibromialgia. 

Ma, mentre alcuni pazienti hanno ricavato beneficio dal THC o CBD isolato, la ricerca si sta finalmente concentrando sui benefici di formule più complete in cannabinoidi. Queste formule si stanno sempre più avvicinando ai contenuti della cannabis naturale.

 

Cooperazione molecolare

CBD, THC ed altri composti della cannabis, tra cui anche altri cannabinoidi, flavonoidi e terpeni, hanno la caratteristica di avere effetti cooperativi. La prima volta che dei ricercatori hanno osservato questa coordinazione di effetti, l’hanno chiamata elegantemente “Effetto Entourage”. Nel team di ricerca c’era anche il Dr. Raphael Mechoulam, noto per aver isolato e sintetizzato il  Δ9-tetraidrocannabinolo per la prima volta nel 1964. 

 

  Lo studio delle proprietà di questa pianta ha sempre avuto bastoni tra le ruote. Infatti, nonostante la scoperta di questo effetto, in campo medicinale ci sono voluti anni perché venisse notato. Il Dr. Sanjay Gupta fu importante per l’attivismo a favore della cannabis medicinale. Trattandosi di un neurochirurgo che cambiò il proprio parere sull’opportunità medicinale che costituiva la cannabis, si trattò di un personaggio fondamentale nell’attivismo. E scrisse anche lui dell’effetto entourage, così la consapevolezza di questo effetto iniziò ad aumentare nel pubblico.

 

Il Dr. Gupta dovette ammettere che per la Sclerosi Multipla questo era un effetto che permetteva di ridurre spasmi e dolori molto meglio che con i singoli cannabinoidi. “Dopotutto, mangiare frutti, verdure ed altre piante reali dà miglior nutrimento rispetto a prendere vitamine in pillole o i nutrienti ed i minerali in ognuno di questi. La scienza ci sta mostrando che potremmo dire lo stesso a proposito della cannabis.”

Perfezionare la conoscenza dell’effetto

  Naturalmente, con la depenalizzazione della cannabis in diverse parti del mondo, la ricerca si sta perfezionando. Inoltre, è più facile che alle orecchie dei ricercatori arrivino circostanze aneddotiche che potrebbero portare a nuove scoperte. Intanto, definire meglio la cannabis significa definire anche meglio l’effetto entourage.

  Il professore di Psichiatria della Harvard Medical School Lester Grinspoon vorrebbe cambiare il nome di questo effetto. Sostanzialmente vuole chiamarlo “ensemble effect“, cioè effetto “d’insieme”. “Penso che effetto d’insieme dia una idea migliore che quella dell’entourage. La parola entourage implica che un oggetto che si muove in una direzione – e che ha compagnia”.

 

  Sembra molto chiaro che, una volta osservato come possono agire più composti insieme, il futuro della cannabis medicinale è nello studio della pianta per intero. Si sono osservate anche proprietà antibatteriche ed antivirali della cannabis. Inoltre, ricerche negli USA stanno facendo emergere anche numerosi risultati positivi nel contrasto dei sintomi aggravanti del COVID-19.

Più sapore, medicina migliore!

  Le ricerche più aggiornate sono tutte comparse tra il 2011 ed il 2021. Si tratta di uno stormo di informazioni che parte da ricercatori che non vedevano l’ora di analizzare a fondo una pianta tanto interessante. Il Dr. Ethan Russo è un altro pioniere di questa nuova ondata di ricerca sulla cannabis. In particolare, fu molto significativo il suo studio sul ruolo dei terpeni e dei flavonoidi e degli altri cannabinoidi sull’effetto del THC. 

 

  Il fattore interessante che questa pubblicazione fornì è la non sostanzialità di effetti collaterali invalidanti o pericolosi dell’uso della cannabis medicinale. Letteralmente nulla che non sia sparito il giorno dopo gli esperimenti con una limonata, dei pinoli, del pepe nero ed una radice di calamo. Si, perché tanto dell’effetto entourage è dato proprio da sostanze contenute in questi ingredienti così comuni. E anche tanto del delizioso e variegato aroma della cannabis!

 

  Questo tipo di interazione biochimica permette di sfatare, tra le altre cose, il mito della così detta “pericolosità della cannabis”. Come può essere pericoloso un medicinale i cui effetti collaterali (il più delle volte costituiti da ampie risate) sono facilmente contrastabili con limone e pepe nero? Non sarà che il vero posto per la cannabis non è un angolo di strada, ma la cucina domestica, insieme a delle spezie eccellenti? Chiedetelo a chi usa la cannabis per curare condizioni di salute che la società proibizionista non ha interesse a rendere più vivibili.

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