“Una volta che qualcosa diventa una passione, la motivazione risiede lì” – Michael Schumacher
Secondo i risultati pubblicati dalla ricerca sull’associazione tra perdita di motivazione tra gli adolescenti ed utilizzo di cannabis, questa associazione è un mito. Un team di investigatori ha condotto la ricerca in collaborazione con la Florida International University. Inoltre, lo studio è stato pubblicato di recente sul Journal of the International Neuropsychological Society. In buona sostanza sono risultati che forniscono a livello internazionale un importante aggiornamento medico-scientifico e psicologico sull’argomento.
Sembra anche che la marijuana contribuisca allo sviluppo di una neuroplasticità superiore alla norma!
Gli autori dello studio specificano che nelle ricerche precedenti a questa si cita spesso la cannabis come causa di una conseguente riduzione nella motivazione. Tuttavia, queste ricerche sono spesso state condotte o focalizzate su soggetti adulti. I risultati raccolti risultano spesso misti e raffazzonati.
La ricerca aggiornata
Per condurre la ricerca, gli investigatori hanno convocato un gruppo di 401 soggetti. Si tratta di ragazzi dai 14 ai 17 anni che mostravano caratteristiche adatte allo sviluppo della ricerca. Ogni soggetto ha completato un totale di cinque valutazioni biannuali in tutto il periodo dello studio.
La valutazione della motivazione dei partecipanti allo studio è stata condotta usando due questionari di autovalutazione. Incluse in questi questionari anche una Scala di Valutazione dell’Apatia ed una Scala di Motivazione e del Coinvolgimento. Queste consistono in sottolivelli o scale minori di valutazione che quantificano la mancanza di coinvolgimento, la persistenza, la progettualità, l’efficienza autonoma ed il valore degli argomenti di studio proposti a scuola.
I ricercatori hanno anche chiesto a proposito dell’uso dell’alcool, della marijuana e del tabacco durante ogni valutazione. Naturalmente c’è stata anche un’analisi dei dati per la modellizzazione dei pattern di utilizzo della cannabis ed il loro impatto sulla motivazione nel tempo.
I risultati di due anni di studi
Sembra che dopo due anni di raccolta ed analisi e modellizzazione delle schede di autovalutazione, l’uso della cannabis sia aumentato significativamente. Allo stesso tempo anche le lacune nella motivazione e la mancanza di coinvolgimento previste si sono manifestate. L’associazione immediata era che un maggiore utilizzo di cannabis è associato a minor coinvolgimento e scarsa progettualità, con conseguenti valutazioni peggiori a scuola.
Ma appena i ricercatori sono passati a controllare le variabili dei dati, incluso l’uso dell’alcool e del tabacco e l’effetto di altri fattori quali età, sesso e depressione le cose sono cambiate. I ricercatori scoprirono di avere tra le mani in realtà prove scarsissime che la cannabis abbia un impatto sulla motivazione.
Nella conclusione dello studio, i ricercatori affermano che “Quello che abbiamo trovato non supporta un rapporto tra l’uso della cannabis e riduzioni nella motivazione nel tempo in un campione di adolescenti a rischio di intensificazione dell’uso di cannabis”. Aggiungono anche che “Questo studio contribuisce alla letteratura esistente con l’esaminazione longitudinale di queste associazioni in un ampio campione di adolescenti utilizzatori di cannabis mentre si controllano fattori importanti e spesso trascurati, inclusi il sesso e la depressione“.
Nessuna correlazione
I ricercatori hanno anche evidenziato che lo studio non è riuscito a dimostrare che ci sia una perdita di motivazione nel tempo a causa dell’utilizzo di cannabis. E questo vale anche per soggetti in cui l’uso della cannabis è aumentato non poco.
“Malgrado degli aumenti significativi dei livelli di uso della cannabis nel nostro campione, i cambiamenti nell’uso della cannabis non hanno predetto cambiamenti nella motivazione … il che suggerisce che l’uso della cannabis potrebbe non portare a riduzioni nella motivazione nel tempo”.
Ma i dati hanno indicato che l’uso della cannabis era associato ad un valore percepito inferiore della scuola. Questo ha preoccupato i ricercatori per via dell’impatto potenziale sul successo scolastico dei partecipanti una volta adulti. “Gli studi in futuro dovrebbero continuare ad esaminare queste associazioni longitudinalmente per determinare se livelli maggiori dell’uso di cannabis porti a riduzioni nella motivazione e se queste riduzioni possono essere responsabili di un’educazione più scarsa”.
Il parere della National Organization for the Reform of Marijuana Laws
La NORML è una organizzazione Statunitense fondata allo scopo di riformare le leggi riguardanti la cannabis. Paul Armentano, il vicedirettore in carica della NORML disse che la ricerca serve ad erodere stereotipi antiquati a proposito della cannabis. Sembra proprio che questo principio, comparso in un comunicato del gruppo di difesa della riforma sulla cannabis, sia qualcosa che debba far riflettere parecchia gente.
“La scienza moderna sta mettendo le cose in chiaro e sta anche esponendo tanto della ‘reefer madness’ delle decadi passate”. Armentano aggiunge anche “Sfortunatamente, molti di questi miti restano ancora prevalenti nella nostra società … e spesso vengono innalzati da politici nei loro tentativi di giustificare le politiche fallimentari di proibizione e stigmatizzazione della marijuana.”
Sembra forse essere arrivato il momento per mettere da parte i miti e basare le politiche di gestione delle vite umane sui fatti e non sulle paure.