“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante” – Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry
Naturalmente quanto dice Antoine de Saint-Exupéry è valido per tutti i fiori. Il Super Cropping rappresenta una delle forme di cura della cannabis che più può dare frutti evidenti. O meglio, fiori importanti! La tecnica in sé è semplice, ma è necessario fare attenzione a dei passaggi e particolari.
Si tratta di rompere le fibre interne dei rami mediante piegatura dei rami. La pianta sottoposta a super cropping sarà soggetta a stress decisamente più pesanti che in un low stress training. Tuttavia se fatto nel momento e nel modo giusto, può aumentare la resa quantitativa e qualitativa delle infiorescenze in modo evidente!
E dato che vogliamo darvi solo il meglio delle tecniche di growing, oggi vedremo la particolare tecnica “Chiropratica” di super cropping suggerita dall’espertissima penna di High Times Kyle Kushman. Ricordiamo che Kushman ha anche tenuto lezioni di orticoltura avanzata nella Oaksterdam University in Oakland, California.
Distribuzione dell’energia
Il primo consiglio, prima di cominciare con qualsiasi tentativo di cropping è di osservare attentamente le vostre piante. Qualsiasi sintomo di stress, anche lieve, è sinonimo di qualcosa da risolvere prima di fare un super cropping. Abbiamo già detto che è una tecnica altamente stressante per la pianta, ulteriori stress preesistenti potrebbero influire negativamente sul risultato.
Se le piante godono di buona salute però, la risposta a questi stress sarà un “potenziamento” della pianta. Le zone dove si sono rotte delle fibre diverranno nodi lignificati, e le cime svilupperanno maggiori sostanze di difesa e quindi più terpeni e cannabinoidi.
Un altro buon consiglio è scegliere il momento giusto per effettuare il cropping. Il periodo finale della fase vegetativa, circa una settimana dalla fioritura, è il più adatto all’applicazione di stress di questa portata. Inoltre, sempre in questo periodo è saggio prima di cominciare potare via tutto ciò che “risucchia” energia senza produrre nulla. Kushman consiglia di cominciare tagliando i rametti meno esposti alla luce e che non arrivano neanche a metà dell’ampiezza/altezza della pianta. Chiaramente parla di quelli più sottili e bassi.
A seconda della capacità del vaso, e quindi dell’estensione delle radici, la pianta sarà più o meno in grado di trasportare nutrienti ed acqua ai nodi ed ai rami. Più specificatamente la pianta dividerà le sue energie con tutti questi nodi e tutti questi rami. Togliere di conseguenza rami troppo infruttuosi renderà più disponibile nutrienti ed acqua ai rami che produrranno le cime più grosse!
Tempi esatti?
Abbiamo suggerito, sotto ulteriore suggerimento di Kushman di avviare il procedimento poco prima della fioritura. Questo naturalmente vale anche per la potatura di cui stavamo parlando. In questo modo la pianta sopporterà meglio lo shock ed avrà tutto il tempo di riprendersi. Questa però è la condizione ideale, nella realtà si può ottenere un buon risultato anche iniziando a ridosso della fioritura. Dato che la prudenza non è mai troppa, consigliamo comunque di agire prima.
Naturalmente, una bellissima implicazione di questo “alleggerimento della pianta” è che si possono sviluppare cloni dai rami “scartati” e dar loro una seconda chance!
Una raccomandazione ulteriore va fatta proprio per quanto riguarda la potatura preventiva. Oltre ai rami sarà anche utile eliminare le foglie più interne. Ma bisogna fare estremamente attenzione in questa fase a non potare via troppe foglie! Come regolarsi? Normalmente, arrivati a una settimana dalla fioritura, il fogliame delle piante sarà super denso. il 100% della luce non arriverà sul terreno e sul vaso. Potare troppo significa che più del 50% della luce raggiungerà alla fine del processo il vaso. Attenzione quindi ad usare questo metro per la potatura in questa fase.
La salute prima di tutto
Da buon chiropratico, Kyle non può che porre all’attenzione continuamente particolari importanti per preservare la salute delle piante. Uno di questi particolari è assicurarsi ad esempio che ci sia un buon flusso d’aria tra i rami, dopo la potatura. Aumentare il flusso d’aria significa far asciugare terreno ed umidità nel cespuglio più rapidamente. E questo significa diminuire la possibilità che insorgano muffe, una vera minaccia per una pianta sottoposta a cropping!
La tecnica “chiropratica” consiste in un cropping che riduce al minimo le lesioni sulla cute della pianta. Questo sempre allo scopo di evitare danni irreversibili e possibilità che spore di muffe si insedino nelle ferite. La tecnica, manualmente si ispira davvero ai movimenti dei chiropratici. Sostanzialmente con una mano si mantiene il ramo alla base e con l’altra mano si cerca di spezzare le fibre interne con un movimento secco ma controllato. Si riferisce alle fibre che costituiscono il centro cavo del fusto e dei rami di cannabis. Si sente un “crack” molto molto simile a quello che caratterizza alcune manovre di decompressione dei chiropratici.
Anche se l’inglese non è il vostro forte, consigliamo di osservare il movimento giusto in questo suo video tutorial.
Molti consigliano la piegatura del ramo per effettuare un cropping, ma questo può risultare troppo facilmente in una involontaria “amputazione”. La tecnica che Kushman suggerisce permette con un po’ di pratica di raggiungere un compromesso ottimale tra il livello di stress inflitto e danni effettivi alla pianta. Si spezzano così i canali interni dei rami dalla base fino alla punta. Consiglia di procedere con una distanza di circa 3 cm da un crack all’altro.
Questo rinforzerà la pianta perché a differenza delle piegature classiche da super cropping è altamente improbabile che formerà lignificazioni che andranno ad ostacolare il passaggio di nutrienti, anzi al contrario, dato che il ramo sostanzialmente non diviene spezzato in un punto in particolare e quindi non ciondola da lì, il ramo formerà il prima possibile l'”autostrada” più efficace possibile di lignina per i suoi nutrienti!
Ultimi preziosi consigli
Infine, un’altra cosa che Kushman consiglia è da applicarsi su varietà che formano rami di lunghezza meno “uniforme”. Si intende la dove vi siano rami che sono diventati molto più alti degli altri. Il metodo che consiglia è ancora una volta molto simile alla chiropratica! Si tratta di una “piegatura” proprio come nel super cropping usuale, ma svolta meno drasticamente.
Si “massaggia” il punto in cui si vuole piegare il ramo troppo lungo facendo andare la parte al di sopra di quel punto in avanti ed indietro. Questo pian piano finché il ramo non tenderà a piegarsi in quel punto. È molto importante che ci siano almeno tre nodi tra il punto in cui si piega e la punta del ramo.
In questo modo si ottiene anche un ottimo controllo dell’altezza di piante che vogliono crescere a dismisura, che però potrebbero avvicinarsi troppo alla luce ed ustionarsi. E inoltre si espongono alla luce numerosi nodi che sarebbero altrimenti rimasti in penombra! Queste sono cure che renderanno i vostri fiori estremamente importanti.
Lasciate loro cambiare il mondo!