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Gli atleti della cannabis alle olimpiadi di Tokyo!

Gli atleti della cannabis alle olimpiadi di Tokyo!
23 Luglio 2021 Copy

“Avevo qualche questione in sospeso prima di dire definitivamente addio alle gare” – Michael Phelps

  Vi ricordate Michael Phelps? Batté 8 volte il record sui 400 m misti in giovanissima età e fu poi ampiamente penalizzato. Questo dopo che comparve sui media una sua foto mentre fumava un bong. Phelps, il proiettile di Baltimora, si è ritirato ormai da 5 anni dal nuoto sportivo. 

 

  Qualcun altro però ha deciso di portare nuovamente alle Olimpiadi la fiamma di un altro tipo di torcia! Si tratta di qualcosa che scotta, visto che in questa edizione l’evento d’interesse globale si svolge in Giappone. Il paese del Sol Levante è noto infatti per vere alcune tra le leggi più severe al mondo contro la cannabis. Pensate che, proprio come successo quest’anno negli Emirati Arabi Uniti, in Giappone si può essere arrestati per avere ancora tracce di THC nel sangue… anche se si è appena tornati da una vacanza in un paese dove la cannabis è legale!

 

  Comunque sia, è giusto specificare che nessuno degli atleti sta portando fisicamente cannabis in Giappone. Quello di cui parleremo in questo articolo dedicato alle Olimpiadi di Tokyo sono gli atleti che hanno integrato nella loro routine l’assunzione di CBD

Regole e leggi

  Nel settembre del 2017 l’agenzia dell’Antidoping mondiale (WADA) ha rimosso il CBD, ma non il THC, dalle sostanze proibite. Il CBD può in buona sostanza essere usato in molti modi utili da parte degli atleti, senza che si debbano aspettare conseguenze sulla carriera. A portare sotto i riflettori mondiali i benefici del CBD c’è la calciatrice Statunitense medaglia d’oro Megan Rapinoe. Insieme a lei, giunge a Tokyo anche il team di rappresentanti atletici della Mendi, l’azienda di prodotti per il benessere a base di cannabis. Mendi, infatti, è stata fondata dalla sorella Rachael Rapinoe!

  Seguono come rinforzo comunicativo anche il campione di softball Hayley McCleney ed il campione di WNBA e quattro volte medaglia d’oro Sue Bird. Quest’ultima è anche promessa sposa a Megan e porterà la bandiera durante la cerimonia d’apertura Olimpica.

  Chiaramente resta il fatto che in Giappone non è consentito l’uso o il possesso o la vendita di qualsivoglia prodotto a base di cannabis. Perciò, in una intervista su Zoom rilasciata a Forbes, le sorelle Rapinoe dichiarano che purtroppo non potranno portare nemmeno degli orsetti gommosi di CBD a Tokyo!

Il benessere atletico

  Poco male, dichiarano dalla Mendi. Il CBD resta comunque sotto i riflettori: per la prima volta, e senza penalità, degli atleti che durante i loro allenamenti hanno affrontato dolori e sacrifici con l’assunzione quotidiana di CBD edibile mostreranno al mondo le loro capacità sportive. 

  Non è cosa da poco per Megan: “Ogni volta che ottieni una notte di sonno migliore, ogni volta che recuperi meglio dall’ultima serie di esercizi, la tua performance sarà migliore”. Rachael dice che durante la sua corsa a divenire una giocatrice professionista le vennero prescritti farmaci molto potenti, inclusi oppiacei, per sopportare il dolore dei molti infortuni. Purtroppo, per Megan questa non è stata la scelta migliore: “Vengo da una lunga storia familiare di dipendenza dalle droghe, in particolare eroina ed oppiacei”.

  “Il CBD è divenuto parte del mio sistema di recupero del tutto naturale, che uso in tutta la giornata per aiutarmi col dolore e con le infiammazioni stabilizzando il mio umore e trovando un sonno migliore. Invece di prendere Advil o altri medicinali per il dolore, ho quasi esclusivamente sostituito questi con i prodotti di CBD“. Per email aggiunge: “Li uso subito dopo l’allenamento, ingoio un orsetto gommoso o una capsula in gel per il dolore e per calmarmi, un altro gommoso nel pomeriggio per rilassarmi e di notte una tintura per un sonno migliore. È veramente parte della mia giornata per intero”.

E il THC sarebbe utile agli atleti?

  Phelps si è guardato bene dal fare dichiarazioni che non fossero di scuse verso la comunità sportiva. Tuttavia il fatto che fosse il Proiettile di Baltimora è già un ottimo segno: la cannabis non danneggia evidentemente le prestazioni degli atleti. Megan invece si è proprio dichiarata a favore dell’accettazione del THC da parte delle comunità sportive mondiali. 

  Il punto di partenza del suo ragionamento è che se si usano le infiorescenze, anche se povere in THC, questo risulterà comunque dalle analisi. Inoltre quest’anno negli USA si sta parlando fortemente della cannabis in relazione alle Olimpiadi. C’è stata anche l’esclusione della velocissima Sha’Carri Richardson per aver voluto usare un rimedio naturale e più salutare degli antidepressivi per sopportare gli stress legati a tutto ciò che le è successo nella sua sfera privata. Ha fatto molto scalpore, perché lei ha fumato erba in tutta legalità!

   Su questo Megan si esprime in modo molto critico: “Ogni atleta dovrebbe avere lo stesso accesso di ogni altro Americano alla gestione degli stress della vita … le politiche esistenti non stanno funzionando…. Ci si aspetta da noi una performance sugli stage più grandi ed ai livelli più alti, ed ancora non possiamo usare prodotti del tutto naturali per aiutarci a recuperare“.

  Focalizzando l’attenzione anche sulle ingiustizie sinora subite dai consumatori di cannabis e su quanto le minoranze siano state penalizzate dalla guerra alla cannabis, Megan aggiunge infine: “Non è giusto, queste politiche devono essere cambiate per rispecchiare il dove è arrivata la nostra cultura”.

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