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Cannabis ad uso veterinario: la realtà Italiana

Cannabis ad uso veterinario: la realtà Italiana
13 Aprile 2021 Copy

“Dovunque l’uomo abbia lasciato la sua impronta durante la lunga ascesa dalla barbarie alla civiltà, noi vi troviamo accanto l’impronta dello zoccolo del cavallo.” – John Moore

  La storia ha conosciuto molti grandi passi dell’uomo percorsi al fianco, o in sella, ad un animale. Ora più che mai abbiamo rapporti estremamente stretti con i nostri amici a quattro zampe. Che siano animali da guardia o da compagnia, o fidi destrieri, sicuramente la loro salute è divenuta per noi una questione di massima priorità. Il CBD, infatti, rappresenta in Italia un’ottima soluzione per tutta una serie di patologie animali.

La cannabis, inoltre, ci permette di considerare che anche l’uomo antico si prendesse molta cura della sua compagnia animale. Gli antichi Greci maceravano nel vino la cannabis per estrarne un succo che potesse medicare le piaghe dei cavalli. Inoltre, nella mitologia Greca, chi ha insegnato l’arte della medicina ad Asclepio è proprio un centauro, Chirone. Si capisce quanto questo implicasse affetto, non un rapporto di semplice “sfruttamento”.

 

  A dire il vero, l’associazione cannabis-cavalli è molto più antica, anche degli antichi greci. Dei campioni di corde in fibre di canapa sembrerebbero risalire a circa 26000 anni fa. E per la precisione si tratta di corde trovate vicino a resti di cavalli domesticati da antichi popoli nomadi. Che la canapa sia stata un passo fondamentale nella domesticazione del cavallo? Una affermazione del genere, comprovata, potrebbe portare a rivedere alcuni importanti passi della storia. Nel frattempo, noi daremo uno sguardo alle circostanze odierne in cui la cannabis, ed in particolare il CBD, torna utile in campo veterinario.

Indicazioni sulla prescrizione

 

  In Italia il CBD non può essere prescritto ad animali destinati al consumo alimentare. Detto ciò, può però essere prescritto potenzialmente a tutti gli altri animali! Vale lo stesso per farmaci e preparazioni galeniche contenenti dosi significative di THC. Resta comunque il veterinario di fiducia la persona più indicata per sapere quando e se è il caso di prescrivere CBD al proprio animale da compagnia. Inoltre, tutti i medici veterinari iscritti all’Ordine dei Veterinari possono prescrivere farmaci a base di cannabis, non solo CBD.

  Il tipo di farmaco, il contenuto di CBD o THC ed il tipo di somministrazione sono dettagli che il medico stesso stabilisce in base a diversi fattori. Prima di tutto si considera la specie animale in questione. Si può persino somministrare THC ad animali di piccola taglia, se ben diluito. Inoltre è essenziale formulare il preparato galenico in base alla patologia di cui soffre l’animale, cosa che come ribadiamo è stretto compito del veterinario.

Sembra comunque che la forma più facile da somministrare ad un cane o ad un gatto sia per ovvie ragioni l’olio di cannabis. Esiste un rapporto “fisso” 1:10 tra grammi di infiorescenza e millilitri di olio. Questo al fine di facilitare la prescrizione indicandola in gocce, ad esempio 2 gocce ogni 12 ore. Ma se necessario il veterinario può prescrivere in un rapporto diverso e più o meno assunzioni giornaliere.

 

Per cosa si prescrive la cannabis?

Dunque esistono parametri su cui i veterinari possono basarsi per stabilire la posologia. Tipicamente si parte sempre da dosi minime, aumentate gradualmente sino ad un evidente miglioramento della condizione patologica.  

  Per il momento, le patologie per cui il CBD è riconosciuto come una cura efficace, secondo la sezione salute di EBM, sono tutte del cane e del gatto. La lista è la seguente:

  • artrosi
  • deficit cognitivi in animali anziani
  • ictus
  • malattie neurologiche
  • nevriti
  • ansia/stress
  • diabete
  • epilessia
  • tumori
  • dermatiti
  • patologie del tratto gastrointestinale
  • osteoporosi
  • malattie autoimmuni.

 

  Ma è possibile prescriverlo per altre indicazioni allo scopo di “evitare all’animale evidenti stati di sofferenza” (art. 10 c. 1 l. c Dlgs 193/2006).

Come fare per ottenere una prescrizione

  Naturalmente il veterinario seguirà la normativa di riferimento redatta nel 2006, cioè la cascata prescrittiva. Qui si consente al farmacista di disporre di un preparato galenico estemporaneo in assenza di farmaci industriali “conformemente alle indicazioni contenute in una prescrizione veterinaria.”

Poiché in campo veterinario non si applica la Legge 94/98 (Legge “Di Biella), non è obbligatorio il consenso firmato del paziente. Inoltre, sul sito del Ministero della Salute è disponibile un facsimile per redigere una ricetta medica adeguata. In questa saranno specificate anche le modalità, i quantitativi e la periodicità delle somministrazioni.

 

Dato che ogni ricetta di cannabis terapeutica ha una scadenza di 30 giorni, è obbligatorio per il farmacista consegnare una copia firmata e timbrata. Qui sarà riportata anche la data, ma non sarà invece necessario inviare una copia della ricetta all’AUSL,o ASL.

  Esistono diverse varietà tipicamente impiegate per le preparazioni galeniche, sia ricche in CBD che dotate anche di THC. Il veterinario è libero di prescrivere una preparazione di qualunque varietà disponibile in ambito farmaceutico, a seconda delle evenienze.

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