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Necrocannabicon: Lovecraft e le 4:20

Necrocannabicon: Lovecraft e le 4:20
10 Luglio 2021 Copy

 

“Non è morto ciò che in eterno può attendere. E col passar di strani eoni anche la morte può morire” – Howard Phillips Lovecraft

  Con ogni probabilità, Lovecraft è stato uno degli scrittori del brivido tra i più influenti dell’ultimo secolo. Troviamo citazioni ed elogi ai suoi lavori ovunque: film come La CasaRe-Animator, The Color Out Of Space, in testi di brani musicali di band come i Black Sabbath, gli Electric Wizard, i Morbid AngelLe Orme, variegate band del panorama heavy metal e rock dagli anni ’70 ad oggi.

Nicholas Cage in The Color Out of Space.

  L’immaginario legato poi alla figura di Cthulhu e di Yog-Sothoth ed i Grandi Antichi in generale si è enormemente diffuso negli ultimi due decenni. Inoltre, e non da meno, un certo interesse per le analogie con varie tradizioni occulte ha stuzzicato l’attenzione di attenti ricercatori. In particolare sembra che Lovecraft conoscesse davvero molto bene le caratteristiche, gli scopi e gli aspetti di un contesto magico-rituale occulto. 

  Ma la cosa probabilmente più sconcertante è vedere il Maestro del brivido citare qualcosa la cui origine sembra essere collocata negli anni ’70: stiamo parlando del codice numerico 420!

Nel labirinto di Eryx

“Avevo incontrato, finalmente, una delle piante-miraggio su cui i nostri raccontano tante storie. Anderson mi aveva messo in guardia e aveva descritto il loro aspetto dettagliatamente: stelo peloso, foglie pungenti, fiori maculati che emettevano gas ipnotici in grado di penetrare qualsiasi tipo di maschera.
Ricordando ciò che era accaduto a Bailey tre anni prima, ho avuto un attimo di panico e ho cominciato a barcollare, menando fendenti nel panorama pazzesco e caotico che le esalazioni della pianta mi avevano creato intorno. Poi il buonsenso ha avuto il sopravvento…

  …Tutto vorticava pericolosamente, ma ho cercato di avviarmi nella giusta direzione e di spianarmi la strada. La via che ho scelto doveva essere tutt’altro che diretta, perché mi è sembrato che passassero ore prima che riuscissi a liberarmi dall’influsso ipnotico. Poco a poco le luci sono scomparse e lo scenario spettrale, di sogno, ha riacquistato un aspetto solido. Una volta libero ho guardato l’orologio, constatando con sorpresa che erano solo le quattro e venti. A me era sembrata un’eternità, ma tutta l’avventura non è durata più di mezz’ora.”

  Una descrizione piuttosto dettagliata e precisa, quella che appare nell’unico racconto prettamente fantascientifico dello scrittore Statunitense. Il racconto è stato scritto a quattro mani in collaborazione con Kenneth Sterling. Lovecraft tipicamente leggeva le prime pubblicazioni del genere, ma era anche solito sminuirle! Il punto era che le rappresentazioni fantascientifiche risultavano solo una squallida imitazione di costrutti e mondi puramente umani. Allora perché questo racconto del 1936 è ambientato su Venere? C’è altro sotto?

La celebre raccolta di racconti intitolata Necronomicon, edizione Oscar Mondadori, con illustrazioni a cura del Malleus Rock Art Lab.

Occultisti che catalogano la cannabis

  Diversi sono gli autori che hanno speculato sul corpus Lovecraftiano. Alcuni di questi, come Kenneth Grant, hanno avuto anche un ruolo nello sviluppo post XIX secolo dell’occultismo. Grant, nel suo Portali Esterni parla proprio dell’effettivo contenuto occulto dei lavori di Lovecraft. Si parla di occultismo di tipo Thelemico, in sostanza del tipo di sistema scientifico-illuministico-filosofico-esoterico di cui tanto ha annunciato e praticato un altro grande amante dell’hashish: Aleister Crowley.

  In Psicologia dell’Hashish, Crowley cita un passo dell’Avesta all’inizio di ogni capitolo. È chiaro che non solo fosse ovviamente perfettamente al corrente della natività Zoroastriana dei Magi (si, anche quelli del Presepe), ma anche dell’utilizzo strettamente rituale della cannabis da parte dei Zoroastriani. Dopotutto è tutto chiaramente descritto nello Zend Avesta, dove la cannabis è chiamata kunupu ed è perfettamente inserita nella dimensione spirituale e religiosa Zoroastriana. 

Dalla traduzione originale Anquetil-Duperron dello Zend Avesta.

  Ma riguardo l’ambientazione su Venere? Molti esoteristi ed occultisti attribuiscono piante aromatiche e di potere a dei governi planetari. Ad esempio la cannabis si trova secondo Giuliano Kremmerz sotto il dominio di Saturno (ne La Scienza dei Magi vol.I e III). Oppure, per molti astrologi prima e soprattutto dopo gli anni ’60, Nettuno governava tutte le principali sostanze inebrianti in quanto è il pianeta di reggenza di chi intesse sogni.

  Fatto interessante, Nettuno ha una somiglianza simbolica notevole in questo ambito con Venere, alla quale per quanto riguarda la simbologia vegetale sono associate delle infiorescenze. Ciò che principalmente cambia in questo senso tra Venere e Nettuno è il genere della divinità. Comunque queste sulla cannabis e le reggenze planetarie sono solo speculazioni, una Lemon potrebbe benissimo essere considerata per il suo profilo terpenico sotto reggenza del Sole. Inoltre, nei Veda la cannabis è molto probabilmente il componente principale della bevanda sacra/divinità/albero del Soma. Il Soma è anche definito come la Pianta-Luna, cosa che ha molto a che vedere con il femminino sacro

Mai vista una Moonrock? Scopri com’è fatta!

La Via dei Veleni

  L’utilizzo di piante dalle proprietà più disparate è stato raccolto da tutta una serie di diciture medievali sotto l’appellativo di Veneficium. Successivamente, nella ricerca etnobotanica, la conoscenza tradizionale delle piante psicoattive e velenose è stata spesso posta sotto il nome di “Poison Path” o via dei veleni. Questo non deve spaventare, prima di tutto perché sappiamo bene quanto nulla di velenoso abbia la cannabis. In secondo luogo perché si tratta di saper usare i veleni.

  Streghe e maghi dell’era dell’Inquisizione sapevano usare in maniera magistrale piante pericolosissime come la Datura stramonium e la Belladonna. In particolare, conoscevano diversi utilizzi di unguenti formulati con queste piante, che fossero a scopo medico o omicida o anche di stimolare il “volo” delle streghe. Vale insomma, e non a caso dato che era un Ermetista del suo tempo, la classica dicitura di Paracelso: la dose fa il veleno. 

Le Streghe nel Sabba, Luis Ricardo Falero.

  Un sostanziale contributo moderno lo dà un etnobotanico, poeta ed occultista del ‘900 scomparso di recente, nel 2018: Dale Pendell. Il suo contributo con la trilogia del 1995 formata da PharmakoPoeia (1995), PharmakoDynamis (2002) e PharmakoGnosis (2006) deve ancora essere apprezzato dalla maggior parte degli appassionati dell’argomento. In ogni caso, Pendell sottoscrive la cannabis sotto il governo assoluto di Venere. Considerando le connessioni con il femminino sacro, le proprietà benefiche della cannabis evidenti per i crampi mestruali delle donne ed il fatto che si tratta appunto di fiori colorati e molto fragranti, nonché del fatto che la pianta psicoattiva è appunto la femmina, si può tranquillamente almeno affermare che vi siano ottime ragioni per supportare l’ottica di Pendell al riguardo. 

In conclusione

  Sarà nelle sue conoscenze esoteriche che Lovecraft ha incontrato o conosciuto il 420? È una curiosa coincidenza? Oppure c’è davvero una qualche relazione Antica e nutrita dagli Eoni tra la ganja ed il numero 420

Antica rappresentazione Vedica del rituale del Soma.

  Promettendo di ricercare ulteriormente sull’argomento, indirizzerei comunque i lettori verso l’ottica dell’ottimo ricercatore Canadese ed attivista della cannabis Chris Bennett. Si tratta di un ricercatore accademicamente estremamente serio sull’argomento, di cui qualche volta potremmo pubblicare delle traduzioni Italiane, vista la corrispondenza tra l’autore di questo articolo ed il ricercatore Canadese. Secondo voi cosa è più adatto, il dominio di Saturno, come sostiene l’eccellente Bennett, o l’altrettanto eccellente Pendell?

  Leggendo le descrizioni della fusione di Randolph Carter, o sarebbe meglio dire dissoluzione dell’ego di Carter nella divinità Antica Yog-Sothoth, sicuramente viene da pensare più al tetro Saturno che alla meravigliosa Venere. Tuttavia i lettori ed appassionati di Lovecraft sanno benissimo quanto è raro, per via di quello che era il suo carattere schivo, trovare una foto di Howard dove sorride.

H.P. Lovecraft con il suo amico Frank Belknap Long, 11 Luglio 1931.

Intanto, se volete approfondire la dimensione esoterica ed occulta di H.P. Lovecraft potete cercare un autore Italiano di ben due testi sull’argomento: Angelo Cerchi.

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