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[GUIDA] Come fare la coltivazione idroponica di Cannabis

[GUIDA] Come fare la coltivazione idroponica di Cannabis
29 Agosto 2020 @uGuer
Come fare coltivazione idroponica di cannabis marijuana

L’idroponica è un metodo di coltivazione di piante e in questo caso specifico un metodo per la coltivazione di cannabis in una soluzione d’acqua e nutrienti.

Negli ultimi anni anche in Italia si è diffusa con particolare incisività la coltivazione di cannabis con tecnica idroponica. Ma è davvero una novità, come si tende a pensare? Oppure la marijuana idroponica è in realtà una scoperta non così recente? Si può realizzare una coltivazione idroponica fai da te e, dunque, mettere a frutto la propria passione per la cannabis mediante una coltivazione senza terra, che sfrutti il sistema idroponico con la massima efficienza?

Come si può intuire dal nome, l’idroponica è un metodo di coltivazione fuori-suolo che usa l’acqua come substrato primario. In un impianto idroponico, le piante di cannabis vengono coltivate in secchi o ceste riempiti con un substrato colturale inerte e sospese su un serbatoio pieno d’acqua. L’acqua contiene tutte le sostanze nutritive necessarie per la sopravvivenza e la crescita delle piante, mentre l’uso di pietre porose consente di ossigenare il serbatoio. Questo modello di base si presenta in diverse forme e sistemi e la scelta dell’impianto dipende dalle preferenze di ogni coltivatore. Ci sono molti vantaggi nel coltivare idroponicamente e in questo articolo cercheremo di trattarli tutti. Prima, però, approfondiamo la storia di questa affascinante forma d’arte.

 

LA STORIA DELLA COLTIVAZIONE IDROPONICA

Di primo acchito, la coltura idroponica potrebbe sembrare il risultato dei più moderni progressi tecnologici. Tuttavia, questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Le origini delle colture in acqua risalgono a migliaia di anni fa nella storia dell’essere umano. Si teorizza che i famosi giardini pensili di Babilonia, creati nel 600 a.C., facessero uso dei principi dell’idroponica. La regione situata vicino all’Eufrate era per natura secca ed arida e si ipotizza che le colture di questi giardini potessero essere alimentate da un sistema di percolazione che attingeva acqua dal fiume.

Avanzando nel tempo fino al X e XI secolo, la civiltà azteca faceva uso della coltivazione idroponica per garantire il sostentamento della propria società. Dopo essere stata costretta ad abbandonare le sue terre per colpa di un conflitto, questa popolazione si stabilì lungo le sponde del lago Tenochtitlan. Qui iniziarono a costruire zattere galleggianti ricoperte di terreno, consentendo alle piante di crescere sul manto e alle radici di diffondersi nelle acque sottostanti.

Più di recente, ma pur sempre distante dai giorni nostri, troviamo l’esempio delle coltivazioni idroponiche dello scienziato inglese John Woodward, nel 1699. Il suo lavoro consisteva nel coltivare piante di menta verde in acqua. Fu così che scoprì che le specie vegetali tendono a crescere più velocemente all’interno di una fonte d’acqua mista a terreno.

La storia dell’idroponica ha dimostrato quanto possa essere efficace questo metodo negli ambienti e negli scenari più diversi, compresa la coltivazione della cannabis. Analizziamo i vantaggi di questo interessante metodo e vediamo come applicarlo per coltivare marijuana di alta qualità.

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Cos’è la coltura idroponica?

Cominciamo proprio dalle basi. Ovvero, cos’è la coltura idroponica? È proprio così recente come qualcuno pensa?
In realtà, no!

La coltura idroponica è una tecnica di coltivazione piuttosto antica e, a dimostrazione di ciò, ci sono dei reperti che ci confermano che anche i romani, nel nostro territorio, avevano preso l’abitudine di applicare questo procedimento nei loro giardini botanici. Ricostruzioni storiche ci informano altresì che non sono stati i romani a inventare questa tecnica, e che probabilmente i primi utilizzatori della coltivazione idroponica furono addirittura gli aztechi.

Insomma, quando parliamo di coltivazione idroponica, ci riferiamo evidentemente a un tipo di coltivazione molto antico nel tempo, che naturalmente è stato rivisto e aggiornato con il passare dei secoli, fino ad arrivare al livello di grande efficienza e innovazione di cui oggi possiamo disporre, anche per poter coltivare la cannabis.

Chiarito ciò, la coltivazione idroponica, spesso ribattezzata più semplicemente come coltivazione senza terra (ma attenzione, l’idroponica non è l’unica tecnica di coltivazione senza terreno!), è una tecnica che consente alle piante di crescere in un mezzo sterile o in una soluzione minerale, che può nutrire le piantine e farle crescere mediante i nutrimenti che, evidentemente, non sono contenuti nel substrato. Il risultato finale saranno delle piante utili per portare a compimento i tuoi progetti imprenditoriali, come ad esempio i sempre più diffusi produttori di olio di canapa o ancora di tisana alla canapa!

 

Come funziona la coltivazione idroponica

Ora che abbiamo qualche infarinatura di base sulla tecnica idroponica, possiamo cercare di compiere un piccolo passo in avanti e domandarci in che modo funziona la coltivazione idroponica: ci sarà d’aiuto per poter comprendere, tra qualche riga in più, come poter realizzare un vero e proprio impianto idroponico per le nostre esigenza di coltivazione della cannabis.

Ebbene, come abbiamo già ripetuto nei precedenti passaggi, nella coltura idroponica i mezzi utilizzati non hanno riserve di sostanze nutritive e, dunque, le radici non potranno certamente ottenere il nutrimento ricercato da esse. Per questo motivo il tuo compito sarà quello di sopperire alla mancanza di nutrienti all’interno del substrato, con apposite soluzioni nutritive che faranno crescere sane e robuste le tue piantine.

In termini ancora più chiari, il substrato che andrai ad utilizzare nella coltivazione idroponica è solo un supporto, e non ha altro scopo se non quello di fornire un sostegno all’apparato delle radici. Le quali, ben inteso, assorbiranno i nutrienti altrove, mediante l’acqua di irrigazione, integrata con apposite sostanze nutritive.

È proprio questo uno dei principali vantaggi della coltivazione idroponica. Utilizzando un metodo di coltivazione che fruisce di un substrato inerte, infatti, si può avere un migliore controllo sui nutrienti che le tue piante di cannabis finiranno con il ricevere, potendo così personalizzare nel migliore dei modi la miscela di tale sostanze, fase per fase, a seconda del tipo di cannabis prodotta.

I Vantaggi della coltivazione Idroponica

Se parlate con un coltivatore esperto in idroponica, una delle prime cose che probabilmente vi dirà è che le piante coltivate idroponicamente crescono molto più velocemente rispetto a quelle coltivate in terra. Ed ecco svelato il primo vantaggio di questo metodo di coltivazione. Le piante crescono infatti più rapidamente del 30–50% e, nella maggior parte dei casi, offrono rese più abbondanti. Ciò è principalmente dovuto al fatto che le sostanze nutritive contenute in un impianto idroponico sono molto più facilmente disponibili per le piante. Le sostanze nutritive sono sospese nell’acqua e penetrano direttamente nel sistema radicale, in quanto non esiste alcun terreno da attraversare. Al contrario, le piante che crescono in terra devono diffondere le loro radici attraverso il substrato per assorbire i nutrienti degli strati più profondi. Un facile accesso alle sostanze nutritive consente alle piante di conservare energia, che viene quindi dirottata verso la crescita.

 

Come coltivare la cannabis con la tecnica idroponica

Introdotto quanto sopra, non ci resta che entrare nel vivo del nostro approfondimento sulla coltivazione idroponica e domandarci quali siano gli step che occorre fare per poter ottenere il massimo da questo genere di approccio con la coltura senza terra finalizzata alla realizzazione della marijuana.

Ebbene, la prima cosa che vogliamo condividere in questo ambito è una buona notizia: coltivare la cannabis attraverso il sistema idroponico è relativamente semplice e ti richiederà solamente un po’ di attenzione nella fase di predisposizione del tuo impianto (oltre che, naturalmente, qualche cautela nel momento in cui andrai a personalizzare la gestione delle fasi di sviluppo delle piantine).

Per quanto attiene gli elementi nutrienti, ti ricordiamo ancora una volta che queste sostanze non vengono fornite da un substrato o dalla terra, bensì con l’acqua di irrigazione. Questo significa non solamente dover fare i conti con nutrimenti che dovranno necessariamente essere liquidi, quanto anche dover selezionare attentamente quelli che possono meglio adattarsi per questo tipo di coltura e per le sue varie fasi di sviluppo.

Si consideri altresì che un consiglio ricorrente per poter ottenere i migliori risultati dalla coltivazione di cannabis con tecnica idroponica è quello di garantire la migliore ossigenazione delle piante. Nel caso in cui si utilizzi un serbatoio di soluzione nutritiva, il proprio impianto dovrebbe dotarsi anche di una pompa d’aria per ossigenare le radici, altamente raccomandata per evitare qualsiasi tipo di pregiudizio alla crescita delle piantine. Per quanto concerne l’acidità della soluzione, si suole generalmente iniziare con un pH 5,5 per la crescita, e passare a un pH 6 per la fioritura.

A proposito di serbatoio per soluzione nutritiva non bisogna dimenticare il fatto che occorre svuotare tale contenitore, e procedere ad attenta pulizia, almeno una volta ogni 10 – 15 giorni. Il serbatoio dovrebbe altresì essere integrato con un riscaldatore con controllo della temperatura, che possa aiutare a mantenere l’acqua a 20 gradi costanti. I termometri attualmente in commercio sono digitalizzati e consentono di verificare in tempo reale e con un elevato grado di affidabilità tale misurazione, ma chi vuole risparmiare potrà rivolgersi anche a un termometro più tradizionale.

Per quanto infine riguarda la frequenza di irrigazione con la quale intervenire, molto dipenderà dal substrato, dalla fase di sviluppo e da altre condizioni che consigliamo tutti coloro i quali desiderano approcciare a tale tecnica di coltivazione di ponderare con un esperto coltivatore, che possa condividere i suggerimenti più pratici e personalizzati per ottenere i risultati attesi.

 

Materiali Necessari per un sistema Idroponico fai da te

Se preferite realizzare un impianto idroponico da soli, consultate la breve guida qui sotto. L’elenco comprende tutta l’attrezzatura necessaria per costruire un sistema idroponico indoor essenziale. Scegliete il prodotto più adatto alle vostre esigenze in base alla lista fornita. Acquistando ogni strumento separatamente, potrete investire denaro su attrezzature più importanti, come le lampade da coltivazione, riducendo le spese in altri settori.

Ecco cosa vi servirà:

a) Lampade (LED o al sodio)

b) Supporti per lampade

c) Tenda di coltivazione

d) Vassoio e serbatoio per impianto idroponico

e) Pietra porosa e pompa

f) Substrato di coltivazione (es. fibra di cocco)

g) Vasi con trama a rete

h) Semi

i) Ventole di aerazione e tubi di canalizzazione

j) Filtro a carbone

k) Ventole oscillanti

l) Sostanze nutritive per idroponica

m) Misuratore di pH e di PPM

n) Igrometro

 

MATERIALI NECESSARI PER UN SISTEMA IDROPONICO FAI-DA-TE

 

 

I COSTI DELLA COLTIVAZIONE IDROPONICA

Quando si parla di coltivazione idroponica, subito affiorano alla mente immagini di impianti altamente tecnologici: interruttori automatici, luci lampeggianti, timer e cronometri. In realtà, il costo di un sistema idroponico dipende soprattutto dalla quantità di denaro che si è disposti ad investire. Esistono vari tipi di impianti idroponici, da quelli semplicissimi composti da un semplice secchio di plastica, ai sistemi auto-drenanti e con irrigazione automatica. Per risparmiare tempo, acquistate uno starter kit per coltivazione idroponica a basso costo. In esso troverete tutto il materiale di cui avete bisogno per affrontare ogni fase di crescita delle piante, dalla germinazione alla maturazione. Un kit costa circa 235 €.

 

1. SCEGLIERE IL SUBSTRATO CON CUI AVVIARE LA COLTURA

Adesso che abbiamo affrontato la storia e i benefici della coltivazione idroponica, è tempo di iniziare. Per farlo, dovrete scegliere un substrato di coltura, una sostanza capace di mantenere in posizione l’intersezione tra il gambo e le radici. In questo modo, le radici potranno crescere nell’acqua alla ricerca di nutrienti. I substrati inerti consentono inoltre un buon accesso dell’aria dalla parte superiore delle radici. Esiste una lunga lista di substrati usati dai coltivatori, ma alcuni sono più comuni di altri. Ogni substrato ha i propri vantaggi ed alcuni si adattano meglio di altri ai diversi sistemi. Quando ci si avvicina a questo mondo, si tratta di sperimentare fino a trovare il substrato che più si adatta alle proprie esigenze.

 

  • ARGILLA ESPANSA

 

 

  • LANA DI ROCCIA

Lana di Roccia Cannabis

 

 

  • PERLITE

Perlite Idroponica

 

 

 

  • FIBRA DI COCCO

 

 

 

2. SCEGLIERE UN IMPIANTO DI COLTIVAZIONE IDROPONICA DOVE COLTIVARE LE PIANTE

Adesso che avete selezionato il substrato di coltura, è tempo di scegliere quale tipo di impianto idroponico usare. Tutti i sistemi sono simili, in quanto usano una soluzione acquosa arricchita con sostanze nutritive. Tuttavia, gli impianti possono variare notevolmente a seconda di alcuni fattori, quali l’esposizione e la circolazione dell’acqua. La maggior parte dei seguenti sistemi possono essere acquistati in commercio, ma se siete abili nel fai-da-te, potete facilmente costruirvene uno usando secchi, trapani, pompe e pietre porose.

  • DEEP WATER CULTURE

Il Deep Water Culture è un buon punto di partenza per i principianti e, probabilmente, è anche l’opzione più economica. Le piante vengono collocate in secchi riempiti di una soluzione nutriente e una pompa d’aria che apporta ossigeno costantemente.

 

 

  • FLUSSO E RIFLUSSO

Un sistema di flusso e riflusso
(anche conosciuto come “ebb and flow” e “tavola di marea”) consiste, appunto, nel far fluire e rifluire l’acqua. Questi sistemi sono composti da numerosi secchi sospesi su un vassoio che presenta un ingresso ed un’uscita per l’acqua. Entrambe le aperture sono collegate ad un serbatoio esterno contenente le sostanze nutritive, una pietra porosa per ossigenare l’approvvigionamento idrico ed una pompa per spostare l’acqua nel vassoio. In questi impianti idroponici, le radici non sono costantemente immerse nell’acqua, ma è piuttosto l’acqua ad inondare periodicamente il vassoio con ossigeno fresco e acqua arricchita di sostanze nutritive. Al termine del ciclo di pompaggio, tutta l’acqua rientra nel serbatoio esterno.

Questo sistema consente una concimazione periodica delle piante. L’intervallo di tempo in cui il vassoio è vuoto permette ai coltivatori di badare alle radici e di raccogliere le piante con maggiore facilità.

 

  • SISTEMA GOCCIA A GOCCIA

Il sistema goccia a goccia installato in un impianto idroponico è molto simile a quello usato per irrigare le colture in terra. È composto da un vassoio di grandi dimensioni pieno di substrato, come l’argilla espansa. Le piante vengono collocate direttamente nel substrato, ed ognuna viene irrigata dal proprio tubicino di gocciolamento posizionato nelle immediate vicinanze. Un serbatoio d’acqua esterno con pietre porose e pompa fornisce un costante gocciolamento d’acqua su ogni pianta. Le radici sono continuamente esposte all’aria, e l’acqua in eccesso gocciola lungo il substrato per poi tornare nel serbatoio esterno.

 

  • TECNICA DELLA PELLICOLA NUTRITIVA

Se il Deep Water Culture è l’equivalente di coltivare piante di cannabis in un lago artificiale, allora la tecnica della pellicola nutritiva è l’equivalente di una coltivazione d’erba allestita su un fiume. Questo sistema consiste nel posizionare le piante in un cilindro inclinato, in modo che l’acqua possa entrare da un lato ed uscire dall’altro per gravità. Le radici crescono nel cilindro, dove sono esposte ad acqua corrente. L’acqua entra da un serbatoio in cui sono immerse una pietra porosa ed una pompa, per poi tornare di nuovo indietro una volta che il ciclo è completo.

 

  • SISTEMA A STOPPINO

Il sistema a stoppino è una configurazione idroponica di base che usa un vassoio simile a quello del sistema a goccia riempito con argilla espansa. Sotto il vassoio c’è un deposito d’acqua, da cui escono numerosi stoppini che entrano nel substrato di coltura. L’acqua si muove lungo gli stoppini e idrata passivamente il substrato. Per questo sistema non è richiesta alcuna pompa.

 

  • AEROPONICA

L’aeroponica è forse la versione più futuristica della coltivazione idroponica. L’acqua viene nebulizzata e dispersa nell’aria per ottimizzare l’aerazione e l’idratazione. Le piante sono disposte nella parte superiore di un grande serbatoio, riempito per un 25% d’acqua. Nell’acqua è immersa una pompa che spinge la soluzione verso dei diffusori d’acqua posizionati al di sotto degli apparati radicali. Questa sottile nebbia viene costantemente assorbita dalle radici, consentendo alle piante di ricevere contemporaneamente enormi quantità di aria e acqua.

 

3. COME PREPARARE UN IMPIANTO IDROPONICO PER OTTENERE I MIGLIORI RISULTATI

Una volta scelto il sistema più adatto alle proprie esigenze, bisogna prepararlo correttamente per evitare situazioni potenzialmente dannose. La natura umida e scura dei serbatoi d’acqua è un habitat ideale per diverse famiglie di agenti patogeni. Prima di usare l’impianto, sterilizzate tutta l’attrezzatura per ridurre al minimo i rischi di contaminazione. Pulite accuratamente i secchi, i vassoi, i tubi e i serbatoi con alcool, acqua calda e acqua ossigenata. Una volta sterilizzati, potete procedere seguendo le istruzioni per configurarlo correttamente.

GARANTIRE UNA MANUTENZIONE REGOLARE DELL’IMPIANTO

Tutti i sistemi idroponici richiedono una frequente manutenzione per garantire l’ambiente di crescita ottimale. Qui di seguito vi riportiamo i principali fattori che dovete considerare.

A) MONITORARE SEMPRE IL PH

Per garantire un ambiente di crescita ottimale dovrete testare costantemente il pH. Le sostanze nutritive sono più disponibili per le piante quando l’ambiente è leggermente acido. Pertanto, viene richiesto un pH di 5,5–5,8. Usate un apposito kit per testare il pH con regolarità ed assicuratevi di sostituire la soluzione ogni settimana, al fine di mantenere questo intervallo. Durante la fioritura, le piante prediligono invece un pH di 6.

 

B) MANTENERE LA TEMPERATURA DELL’ACQUA A CIRCA 20°C

La cannabis coltivata idroponicamente preferisce le temperature di 20°C. Questo parametro può essere monitorato usando un termometro ad acqua e modificato usando uno scaldaacqua, se le temperature dovessero essere troppo basse.

C) APPORTARE LE GIUSTE QUANTITÀ DI FERTILIZZANTE

Le piante idroponiche richiedono gli stessi nutrienti delle loro controparti coltivate in terra. Il modo più semplice per concimare le piante è acquistare fertilizzanti formulati per l’idroponica che contengano tutte le sostanze necessarie sia per la fase vegetativa che per quella di fioritura. Sulle etichette dei prodotti viene anche riportata la frequenza con cui bisogna aggiungerli e con quale diluizione.

D) MANTENERE TUTTE LE ATTREZZATURE PULITE PER EVITARE LA CONTAMINAZIONE

Sia i serbatoi che i vassoi devono essere svuotati e puliti circa ogni due settimane. Questo processo manterrà le radici delle piante al sicuro dai patogeni invasori e dalle malattie. Ripetete lo stesso procedimento menzionato nel paragrafo sulla preparazione dell’impianto.

La selezione della varietà è un fattore molto importante nella coltivazione idroponica. Le piante coltivate indoor all’interno di questi sistemi sono libere di assorbire i concimi in modo estremamente rapido, il che spesso provoca una crescita esplosiva e molto rapida. Per questo motivo, selezionare una varietà sativa di grandi dimensioni non sarà la scelta migliore, soprattutto se il vostro sistema è installato all’interno di un armadio di coltivazione.

 

E) SELEZIONARE UNA VARIETÀ DA COLTIVARE IDROPONICAMENTE

Le varietà più piccole e compatte sono le migliori per i sistemi idroponici indoor. Iniziare con una varietà di dimensioni contenute è vantaggioso per diverse ragioni. Prima di tutto, permette di coltivare diverse piante in uno spazio più piccolo, consentendo una maggiore diversità e rese potenzialmente maggiori. Inoltre, se le piante dovessero mostrare uno scatto di crescita, nella stanza ci sarà ancora sufficiente spazio per affrontare gli improvvisi sbalzi d’altezza.

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